Riqualificazione dell'edificio ex - mercato delle pesche e degli spazi pubblici antistanti.
DALLA RELAZIONE DI PROGETTO
Il giardino dei sentieri che si biforcano
"L'umido sentiero s'allungava a zig-zag come quelli della mia infanzia. Giungemmo a una biblioteca di libri orientali e occidentali. Riconobbi, rilegati in seta gialla, alcuni tomi manoscritti dell'Enciclopedia Perduta che diresse il terzo imperatore della Dinastia Luminosa, e che non fu mai stampata. Il disco del grammofono girava presso una fenice di bronzo. Ricordo anche una grande giara dell'epoca rosa e un'altra, anteriore di parecchi secoli, di quel colore azzurro che i nostri artisti copiarono dai vasai di Persia [....]". (Il giardino dei sentieri che si biforcano, Jorge Luis Borges)
L'aerofotogramma fissa Bussolengo come una splendida ragnatela appesa ai margini del fiume fissata dalla raggiera delle sue strade. In alto è ancora visibile il suo cuore antico ma il paese è divenuto grande e, visivamente, il fulcro sembra essere ora il grande vuoto del piazzale di S.Valentino.Analizzando l'area di intervento si è cercato un sistema esaustivo che considerasse le relazioni tra i principali elementi individuati, ovvero: le permanenze, i flussi, le abitazioni, i contenitori e il terrain vague.Le permanenze sono la base del sistema urbano che è venuto a crearsi, ovvero le strade, che sono rimaste inalterate dal medioevo ai nostri giorni;possiamo quindi considerarle un punto fisso della topografia del luogo. Le vie che condizionano lo sviluppo del paese sono attualmente due strade provinciali (Verona-lago di Garda e la Pescantina-Villafranca) di limitate dimensioni e una statale ( Padana Superiore) verso la quale gravita tutto il traffico verso est e verso ovest. Come arterie di grande portata troviamo a sud l'autostrada del Brennero e a ovest la tangenziale di Verona. I flussi sono gli attraversamenti dell'area in differenti direzioni: quella data dalla percorribilità stradale e quella data invece dal naturale passaggio di flusso sulla piazza, soprattutto nel senso trasversale.Collegate ai flussi vi sono in seguito le abitazioni adiacenti la piazza, agli accessi delle quali si fanno risalire i punti direzionali di attraversamento trasversale.I contenitori sono l'ex mercato della frutta e, minore ma non trascurabile, la chiesa di S. Valentino, che sono quindi gli obiettivi dei percorsi pedonali in senso longitudinale al paese.Il terrain vague è il grande vuoto disegnato dalla piazza al quale non è attribuita nessuna funzione se non nei giorni in cui si svolge la fiera di S. Valentino.E' quindi dal tracciato viario che ha genesi il nostro approccio al territorio, dove le linee direttrici derivano dalle preesistenze, dove l'ordine odierno contrasta con il caos del passato, in cui regnava una logica di disposizione effimera ed estemporanea propria del mercato in sé stesso. Sovrapponendo dunque le maglie generate dalla reiterazione degli assi stradali delle vie che cingono la piazza otteniamo gli assi ideali di percorrenza longitudinali, ai quali sovrapporre, in seguito, gli assi trasversali dati dalle linee immaginarie che legano gli accessi, concretizzando i rapporti di scambio propri del mercato.A questi tracciati di linee si aggiungono infine, con un passo regolarmente scandito, gli assi dei pilastri del mercato della frutta.La piazza diviene quindi una sfaccettata superficie piana che racchiude in sé tutte le direzioni percorribili da un attraversatore. Questo disegno richiama a sua volta, su scala differente, il disegno dei campi che circondano il paese (che sono anch'essi disegnati dalle strade ); è come se il nostro "campo di scambio" fosse un campo nel cuore dell'urbanizzato. Considerando le svariate funzioni che la piazza si trova a contenere si è deciso di articolarla in una sequenza di spazi e luoghi autonomi, che contrappongono alla visione unitaria e ininterrotta del suo lungo vuoto una successione di più piccole piazze(settori) collegate tra loro da segmenti di percorsi di porfido che congiungono i punti di "partenza e di arrivo". Sullo sfondo irregolare della pietra serena posata in corsa vengono collocate vicendevolmente delle zolle di terreno erboso(laddove ora c'è il parco giochi),delle doghe di legno, un battuto di cemento e infine solamente pietra della lessinia che con i suoi colori preziosi conduce all'edificio. La zona di pietra e legno sarà quella adibita alla sosta e quindi attrezzata con panchine e tettoie che anche nella loro leggerezza conferiscono un carattere costruito, domestico pur trovandosi all'esterno. Le tettoie sono una facciata coperta definita dalle sue ombre; il meccanismo di costruzione è identico al disegno sul foglio. Nei tavolati di copertura leviamo una doga ogni due per permettere il passaggio della luce e dare spazio al linguaggio delle ombre, il cui segno corrisponde al movimento che scopriamo nel luogo. La pavimentazione proseguirà oltre il margine superiore della piazza, coinvolgendo anche lo spiazzo antistante il lato sud della chiesa di S.Valentino, dove si situa un portico con affreschi del XIV secolo.Anche l'approccio al mercato è nel rispetto totale delle preesistenze, fino al punto di valorizzarle evidenziandole tramite una doppia pelle di vetro trasparente che di giorno lascia visibile il manufatto e di notte lo fa brillare di luce stagliandosi sulla piazza. Gli archi di calcestruzzo restano quindi a scandire lo spazio, accostati a volumi indipendenti che saranno contenitori di funzioni, alludendo all'antico uso del mercato, dove si vendevano le casse di pesche. Il progetto di riuso si articola su tre livelli: il piano interrato, che scende fino a quota -3.80m, è occupato in parte dall'auditorium e in parte dal deposito della bibiblioteca. Il volume dell'auditorium fuoriesce dal piano terra modificando lo spazio in maniera consistente ed è scolpito da una rampa che conduce al livello superiore. Al piano terra, in corrispondenza degli ingressi, troviamo la distribuzione libri della biblioteca, uno spazio adibito alla rapida consultazione dei volumi e, seguendo le linee della pavimentazione vetrata che porta luce all'auditorium, dei pannelli di acciaio corten che possono ospitare delle esposizioni.Il livello sovrastante ( che sarebbe poi il lato superiore della scatola dell'auditorium) ospita una mediateca e la sala lettura/emeroteca, da cui parte una sottile passerella traslucida che porta fino a una piattaforma sovrastante la sala consultazione del piano terra. L'immagine architettonica del progetto si affida all'articolazione dello spazio grazie a dei volumi di differenti misure che creano ambienti diversi, dividendo ma non separando lo spazio con cesure evidenti. E' questa la logica della promenade (che prosegue infine nella piazza) architecturale che permette la fruizione di questo spazio già fortemente connotato dagli archi di cemento armato. Il percorso si snoda fra scatole e rampe, luoghi aperti dove gli utenti possono incontrarsi, navigare in rete o leggere e luoghi più raccolti dove riunirsi o guardare un'esposizione. La luce che filtra dal tetto si fonde con quella che invade l'interno grazie alla parete vetrata, caratterizzandolo della stessa luminosità dell'esterno e creando permeabilità tra l'edificio e la piazza. I materiali utilizzati sono il calcestruzzo per i volumi costruiti delle scatole, legno per l'arredo e la passerella che avrà il piano di calpestio di acciaio e vetro.Gli accessi all'edificio sono uno laterale (collegando idealmente la piazzetta della chiesa alla biblioteca) e uno frontale, simmetrico rispetto al fabbricato che conduce direttamente alla piazza. Vi è poi un accesso laterale a ovest che conduce all'auditorium attraverso una rampa, attorno alla quale il terreno si piega dolcemente seguendo le linee della pavimentazione.